Addio Pignolàra
modesta, virtuosa, tenace donna,
buona compagna al nostro paese.
A destra a sinistra spandevi i tuoi rami
ed abbracciavi tutti.
Noi ti vedemmo passeggeri raminghi
dormiente al mattino.
Noi ti vedemmo la sera in attesa
del nostro “Primo amore”.
Ti udimmo gridare
col vento impetuoso
e ancor ti vedemmo ammantata di neve!
Addio tenace donna
hai combattuto, pianto e riso con noi…
hai visto crescere i nostri figli,
sposarsi o partire.
Hai visto morire
i padri e le mamme nostre
che un giorno andremo a incontrare.
Il morbo che ti vinse
spezzò il tuo cuore e la nostra anima.
Vai via per sempre ora
e gli uccelli non troveranno più posto
pei nidi ai tuoi forti rami
e partiranno e molti moriranno
proprio a primavera!
Non è più tempo di indugi!
L’urgenza è estrema e la pietà
inginocchiata
alla nuova tagliata.
Ma la scala è salita,
il tempo piange
la nebbia annulla l’ultima cima
che cade abbattuta…
Uno schianto, l’ultimo come un grido
il rumore assordante della sega meccanica
zittisce.
Cento mani
cercano fazzoletti.
Un bambino stringe la mano del nonno
che cade in ginocchio…
L’orologio batte le dodici.
Un cane trascina qualche ramo.