Nella zona conosciuta da tutti come “a banna da Sellia”, dove molti pentonesi avevano il loro pezzo di terra, mi vengono soprattutto in mente i toponimi di Campanella e Garrapao. Col compare Antonio Pugliese, conosciuto da tutti come Tummarino, da bambino andavo spesso in questa zona, dove, fra I vari frutti vi era la particolare coltivazione delle arachidi. Questi prodotti di qualità venivano poi venduti a un grossista di Catanzaro, Domenico Fontana, che col suo mulo, periodicamente faceva il carico incontrando in piazza i produttori e la loro merce. Molte persone si trasferivano direttamente alla banna da Sellia in estate per lavorare meglio e stare al fresco del fiume Alli. Si dormiva nei cosiddetti pagliari. In inverno, quando le condizioni del tempo erano più sfavorevoli e le piogge erano abbondanti, il fiumara Alli si ingrossava e esondava nei terreni. Così molti pentonesi, per effettuare la raccolta delle olive si destreggiavano a costruire un ponte di legno, che però puntualmente veniva spazzato via dall’acqua. Chi aveva l’asino guadava, cosiccome tanti uomini si avventuravano; più complicato era per le donne che dovevano attraversare l’acqua con le lunghe vesti dell’epoca. Aladino, conosciuto da tutti come Adelino, che possedeva la sua terra a Campanella, spesso aiutava le persone ad attraversare il fiume portandole sulla schiena, essendo lui un uomo forte e generoso.

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