Fra la fine degli anni 40 e l’inizio degli anni 50 in concomitanza della grande ripresa economica, molti pentonesi lasciavano il paese in cerca di un lavoro che potesse migliorare le condizioni di vita delle loro famiglie. Alcuni erano diretti in Trentino o comunque in nord Italia, altri raggiunsero invece quello che rappresentò una impresa importantissima, cioè il traforo del Monte Bianco che metteva in comunicazione l’Italia con la )Francia . Fra questi compaesani voglio ricordare Nicola Tarantino, detto u Grassarellu, Raffaele Rubino d’Ararmu e i fratelli Marino Bernardo Vitaliano e Michele, quest’ultimo giovanissimo perse un occhio proprio sul lavoro, figli e Gioseppellu e Ficara e Michele Marino du Pimmu. Il lavoro ebbe una durata decennale e fu ampiamente pubblicizzato in televisione, vista l ‘importanza dell’impresa e i nostri pentonesi ebbero la soddisfazione di posare davanti ai fotografi, a traforo completato, insieme ai colleghi francesi. Gran parte di loro purtroppo si ammalò a causa delle polveri sottili prodotte dagli scavi, in quanto all’epoca non si conosceva l’importanza dei dispositivi di sicurezza. Loro furono i veri pionieri per tutta la nazione e non solo per il nostro paesello. Un esempio di intelligenza e laboriosità per tutti.