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Culovi, l’ultima traccia delle nostre antiche radici.
Su tre appezzamenti pianeggianti appartenenti a Don Ciccio Capilupi, Maria Marino e Ficara e Vincenzino Capilupi da Cooperativa, fu costruita ad inizio del secolo scorso, una entrata viaria che arrivava a via Rupe e a quella che oggi conosciamo come via Cristoforo Colombo ma che tutti chiamiamo Culovi appunto. Per noi bambini dell’epoca era un vero e proprio parco giochi. I più grandicelli giocavano alla guerra “pennino” contro “capadirto” oppure a carabinieri contro ladri o a palla visto lo spiazzo ampio sottostante. Ma il divertimento più bello era il cosiddetto “scilarello”; i bambini usavano solitamente un pezzo di lamiera e si lanciavano giù dalla conetta contigua alla scalinata a grande velocità fino in fondo. Molte volte, in queste scivolate i pantaloni si strappavano e, una volta arrivati a casa, erano guai. Il luogo era molto bello e suggestivo, sovrastato dell’arco di pietra e dalla cisterna per la raccolta delle acque; oggi questo rudere viene chiamato porta del Mezzogiorno. Molto bella era anche scalinata, solidi muri in pietra e la strada di selciato, dove le signore solevano passeggiare. Oggi non resta quasi nulla. Sono passato qualche giorno fa e mi si é spezzato il cuore. Solo abbandono e degrado. La sporcizia e materiale vario si accumula sulla stradina soffocandola, non si riconosce più. Del decoro di un tempo non c’è più traccia.Nessuno ricorda più questo luogo, tranne forse qualche anziano come me pieno di nostalgia.

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